Il 13 gennaio 2018 è entrata in vigore la PSD2 che obbligherà le banche a concedere l’accesso ai dati da parte dei clienti che lo richiederanno, aprendosi anche a fornitori terzi (Open Data) tramite tecnologia API.
Questo ha aperto nuove opportunità di business per molte terze parti che sono in grado di fornire servizi “all-in-one-place” (tutto in un posto solo) per consentire ai correntisti di evitare di doversi muovere tra app o portali diversi per tenere sott’occhio la propria situazione finanziaria.
Quello che a molti è sfuggito, però, è come (e se) questo cambiamento epocale possa avere un impatto anche sul settore assicurativo.
Nel momento in cui l’utente viene stimolato e abituato alla praticità del fatto di avere sotto controllo in un unico luogo e a portata di mano tutta la propria situazione finanziaria, viene legittimo chiedersi: perché non estendere questa comodità anche alla situazione assicurativa? Significherebbe poter consultare la situazione delle proprie polizze assicurative (scadenze, premi pagati, coperture ecc.) in un solo posto con la praticità di uno strumento digitale.
Gli obblighi Open Data per le assicurazioni
Se è vero che la PSD2 si rivolge espressamente agli istituti di credito, è anche vero che un’altra normativa entrata in vigore quest’anno, il famigerato GDPR, comporterebbe invece obblighi in direzione Open Data anche in capo alle compagnie assicurative.
La stessa Regulation all’articolo 15 afferma che
“l’interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento (…) l’accesso ai dati personali e (…) alle categorie di dati personali in questione.”
Prosegue inoltre affermando che
“Il titolare del trattamento (nda la Compagnia Assicurativa) adotta misure appropriate per fornire all’interessato tutte le informazioni (…) in forma concisa, trasparente, intelligibile e facilmente accessibile, con un linguaggio semplice e chiaro (…). Le informazioni sono fornite per iscritto o con altri mezzi, anche, se del caso, con mezzi elettronici.”
Non è rara la situazione in cui una persona ha all’attivo due polizze con due compagnie assicurative diverse, a cui corrispondono portali, consulenti, aree riservate, username e password distinti. In una situazione del genere, è scomodo e dispendioso in termini di tempo tenere sotto controllo le proprie polizze, e questo determina anche una maggiore frequenza di richieste di assistenza agli assicuratori. Non è un funzionamento ottimale per nessuno.
Non è difficile immaginare un’app utilizzabile comodamente da smartphone e tablet che permette di concentrare in un unico posto tutte le informazioni su ciascuna delle polizze attive a nome della stessa persona, consultabili velocemente in ogni momento. Il titolare di queste polizze ha diritto di incaricare l’app di richiedere tutti i dati delle polizze alle compagnie assicurative, che sono obbligate per legge (vedi GDPR) a fornire riscontro entro 72 ore.
Non è il futuro, bensì il presente: sta già succedendo, e Vitanuova è pronta a prendere parte al cambiamento.