Divario pensionistico di genere: aspetti sociali e comportamentali

È risaputo che le donne hanno spesso, rispetto agli uomini, lavori meno retribuiti, interruzioni di carriera più lunghe e maggiori probabilità di impieghi part-time.

Nell’Unione europea il divario di genere nelle pensioni è pari in media al 29%, nettamente superiore al divario retributivo di genere, pari al 13%.

In un articolo pubblicato su Eiopa Financial Stability Report, Marie Scholer e Lucian Pătulea analizzano i fattori comportamentali e sociali che sembrano alimentare e consolidare il divario pensionistico di genere.

Le autrici suggeriscono di ridefinire i sistemi pensionistici – per far fronte alle recenti sfide dell’invecchiamento della popolazione europea e della denatalità – tenendo in debita considerazione aspetti utili a mitigare il divario pensionistico di genere spesso trascurati, come il riposizionamento delle opinioni sociali sui ruoli di genere e una sufficiente disponibilità di assistenza all’infanzia. 

Divari pensionistici e retributivi a livello europeo 

Divari pensionistici

In tutti gli Stati membri dell’UE le donne ricevono pensioni più basse (fonte Eurostat, 2019). 

L’entità del divario varia notevolmente: in Lussemburgo le donne con più di 65 anni ricevono il 44% in meno di pensione rispetto agli uomini, seguono Malta e Paesi Bassi (al 40%), Cipro (39%), Austria (37%), Germania (36%) e Italia (33%) 

Una maggior equità si registra in Estonia (2%), Danimarca (7%), Ungheria (10%), Slovacchia (11%) e Repubblica Ceca (13%). 

Divari retributivi

Secondo i dati Eurostat, il divario retributivo di genere nell’UE è pari al 12,7% (nel 2010 era al 24%). In alcuni casi, le donne guadagnano meno degli uomini per svolgere lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore, malgrado i Trattati europei sanciscano il principio della parità di retribuzione. 

Anche il divario retributivo di genere varia ampiamente tra i Paesi membri: il Lussemburgo mostra una quota negativa; sotto al 5% troviamo Romania, Belgio e Italia. Oltre il 17% vari Paesi: Lettonia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, Austria, Estonia.

Inoltre bisogna considerare che:

  • Meno di uno su dieci CEO delle principali aziende è donna. Tra i dirigenti, si registrano guadagni inferiori del 23% per le donne rispetto agli uomini.  
  • Le occupazioni in cui la componente femminile è dominante (assistenza, sanità e istruzione) tendono a essere meno retribuite e a essere sottovalutate 
  • Le donne, rispetto agli uomini, dedicano una percentuale maggiore del loro tempo a lavori non retribuiti e di cura. 

Tutto ciò ha un impatto significativo sui guadagni e sulla sicurezza finanziaria delle donne e contribuisce all’ampliamento del divario retributivo di genere. 

Una simulazione sui paesi europei ha calcolato che, ipotizzando un divario retributivo di genere pari a zero, il divario pensionistico di genere si ridurrebbe di 9 punti percentuali in media. 

Lavoro a tempo parziale

Nel 2022 la percentuale di lavoratrici a tempo parziale sul totale delle donne occupate, di età compresa tra 15 e 64 anni, era pari al 28% (per gli uomini la percentuale si riduce all’8%). 

Quanto più le donne lavorano a tempo parziale, tanto più elevato è il divario pensionistico di genere. Paesi Bassi, Austria e Germania, che presentano i divari pensionistici di genere più elevati, hanno anche la più alta percentuale di donne che lavorano part time. 

La ragione principale per cui le donne nell’UE lavorano a tempo parziale è l’accudimento dei membri della famiglia, rispettivamente la cura dei bambini, o degli adulti inabili 

La riduzione dell’orario di lavoro delle mamme si accompagna naturalmente a una riduzione dei salari e, anche nei casi in cui la retribuzione oraria è paragonabile a quella degli uomini, il diritto alla pensione si riduce (motherhood penalty).

Divario retributivo di genere

Pressioni sociali, stereotipi e aspettative 

Rispetto agli uomini, le donne investono meno tempo nel lavoro retribuito e si concentrano di più sull’accudimento della famiglia. L’origine di questo fenomeno risiede nei tratti comportamentali di uomini e donne e nelle aspettative della società. 

Secondo le ricerche dell’economia comportamentale, le donne tendono a essere significativamente più avverse al rischio e alla speculazione rispetto agli uomini e questo ha diverse implicazioni. 

  • Nella scelta dei loro portafogli di investimento le donne tendono ad adottare un approccio più conservativo e ciò porta a un rendimento più sicuro, ma inferiore nel lungo periodo. 
  • Le donne tendono a una gestione meno attiva dei loro portafogli titoli con riallocazioni meno frequenti (perdendo potenziali opportunità di investimento). 
  • Quando si tratta di dare priorità alle esigenze, le donne sono più orientate al breve termine (figli, esigenze immediate della famiglia), rispetto a un obiettivo di lungo termine come il reddito da pensione.  

Gli stereotipi dei ruoli di genere possono portare a un’eccessiva valutazione delle capacità finanziarie degli uomini e a una scarsa valutazione di quelle delle donne, o possono indurre le ragazze a evitare questi percorsi di studio.  

Un livello inferiore di alfabetizzazione finanziaria (percepita o effettiva) aumenta l’avversione al rischio e limita la capacità e la volontà delle donne di impegnarsi nella pianificazione finanziaria.  

In caso di cambiamento dello stato civile, gli stereotipi dei ruoli di genere e delle loro capacità assumono una prospettiva più accentuata. Il ruolo del marito viene trasferito di generazione in generazione come leader nelle responsabilità finanziarie, quello della moglie nell’accudire. L’istruzione o gli stimoli in una direzione diversa possono attenuarne l’impatto. 

Conclusioni 

Il fatto che le donne investano meno tempo nel loro lavoro retribuito e si concentrino di più sul loro ruolo di accudimento della famiglia sottolinea la necessità di fornire benefit correlati ai figli, un adeguato supporto per l’assistenza all’infanzia o di adattare le opzioni disponibili nella progettazione del regime pensionistico per consentire ai loro partner di assumersi parte dell’onere delle responsabilità pensionistiche.  

Per attenuare la “penalità della maternità” è necessario aumentare l’alfabetizzazione finanziaria e migliorare la consulenza e il marketing finanziario che possono aiutare le donne ad affrontare le loro inclinazioni comportamentali e i vincoli sociali al fine di ridurre il divario di investimento di genere 

I governi hanno la possibilità di implementare riforme appropriate per adattare i sistemi pensionistici e affrontare i divari pensionistici persistenti integrando i regimi pubblici a ripartizione con piani pensionistici privati, ​​o migliorando la trasparenza.  

Anche i sistemi di monitoraggio delle pensioni sono infatti strumenti fondamentali per affrontare queste sfide in quanto aiutano a identificare i divari emergenti e persistenti attraverso informazioni disponibili migliori e più complete. 

Lo sviluppo di cruscotti pensionistici e la raccolta di dati sulle pensioni sono importanti strumenti di trasparenza per le pensioni a livello macro e micro, che facilitano sia l’identificazione che la lotta ai divari pensionistici di genere, nonché la pianificazione finanziaria individuale per la pensione, comprese le donne.

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