Il report annuale L’Assicurazione Italiana 2022 – 2023 di ANIA contiene le previsioni per l’anno in corso e interessanti confronti a livello europeo.
Il perdurare della guerra in Ucraina continua indirettamente ad avere effetti negativi sul comparto assicurativo italiano, essenzialmente per quello vita.
L’alta inflazione erode il reddito disponibile delle famiglie italiane contraendo la capacità di risparmio. I risparmiatori sono alla ricerca di attività finanziarie alternative più remunerative dato che i tassi di rendimento dei titoli di Stato hanno raggiunto livelli particolarmente interessanti.
In questo scenario complicato, le polizze vita sembrano essere una valida alternativa, tanto che il mercato assicurativo italiano (portafoglio diretto delle sole imprese con sede legale in Italia) dovrebbe registrare una crescita e i premi contabilizzati totali (danni e vita) aumenterebbero di quasi il 3% nel 2023, con un volume pari a 133 miliardi.
Il volume dei premi contabilizzati del settore danni registrerebbe una crescita dell’8,5% rispetto al 2022, per un volume di quasi 39 miliardi (35,7 miliardi nel 2022). I premi di tutti gli altri danni dovrebbero aumentare nell’anno in corso (+10% rispetto al 2022 e un volume di oltre 26 miliardi): ramo malattia (+19%), corpi veicoli terrestri (+12%) e ramo di responsabilità civile generale (+9%).
Crescono le adesioni alle forme pensionistiche complementari: nel 2022 vi sono state circa 830.000 nuove adesioni (circa 171.000 in più rispetto all’anno precedente). Il numero delle posizioni in essere ha raggiunto i 10,3 milioni (+5,8%).
Il rapporto tra premi italiani e PIL (indice di penetrazione assicurativa) dovrebbe salire lievemente al 6,9% dal 6,8% nel 2022.
Settore vita
I premi del settore vita potrebbero tornare a stabilizzarsi sui livelli registrati nel 2022 (+0,4%) a 95 miliardi.
Le polizze tradizionali di ramo I dovrebbero crescere del 12,5% superando i 68 miliardi.
Le polizze il cui rischio rimane a carico degli assicurati (polizze linked di ramo III) vedrebbero i premi ridursi significativamente anche nel 2023 (-28%). La presenza sul mercato di investimenti obbligazionari con rendimenti elevati e l’incertezza degli andamenti dei mercati finanziari e borsistici, renderebbero questi prodotti meno appetibili per le famiglie italiane.
I dati della nuova produzione vita delle polizze individuali, a fine aprile 2023 registrava una crescita di quasi il 15% per le polizze di ramo I e un calo drastico (oltre -45%) per le polizze di ramo III.
Complessivamente, l’incidenza del volume dei premi contabilizzati del settore vita rispetto al PIL rimarrebbe invariata e pari al 4,9%.
Confronto europeo
Nel 2022, come in tutti i paesi europei del campione analizzato, anche in Italia il rapporto tra le riserve matematiche e il PIL – indicatore che approssima il grado di maturazione del mercato vita – ha registrato un valore in calo rispetto al 2021, passando dal 47,6% al 37,6%. Nel triennio 2020 – 2022, l’Italia ha registrato un valore sempre inferiore a quello medio dei paesi analizzati a dimostrazione di come esistano ancora spazi per un ulteriore sviluppo e una maggiore penetrazione delle polizze vita.
Relativamente ai rami danni, nel 2022 l’Italia si conferma il paese con il più basso rapporto tra premi e PIL, con un valore dell’indice pari all’1,9%, inferiore di circa 1,5 punti percentuali rispetto alla media del campione di paesi considerati.