Rapporto sulla stabilità finanziaria 2022

Banca d’Italia ha pubblicato il nuovo rapporto sulla stabilità finanziaria di famiglie, imprese e assicurazioni.

In un contesto di progressivo rallentamento dell’attività economica e di rapido rialzo dei tassi di interesse a lungo termine, nelle principali economie avanzate si sono manifestati episodi di elevata volatilità e deterioramento della liquidità.

L’incremento dei rischi è principalmente determinato dalla persistente instabilità geopolitica, dai rincari delle materie prime energetiche, dalle pressioni inflative e dal peggioramento delle prospettive di crescita, riviste al ribasso per il 2023.

Anche se banche, famiglie e imprese italiane sono nel complesso più solide rispetto a passati episodi di turbolenza, l’indicatore delle condizioni finanziarie si è portato dall’inizio dell’anno su valori molto alti in connessione con la forte volatilità dei mercati, che risentono di una congiuntura internazionale particolarmente tesa.

Famiglie

I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal settore delle famiglie si mantengono nel complesso contenuti. Nel primo semestre del 2022, la situazione finanziaria dei nuclei familiari è stata sostenuta dalla crescita del reddito disponibile e dall’elevata liquidità accumulata durante la pandemia.

L’impatto dei rincari dei beni energetici e, in misura minore, di quelli alimentari sul potere d’acquisto è stato mitigato dalle misure di sostegno introdotte dal Governo. A giugno, la propensione al risparmio era ancora superiore ai livelli pre-pandemici, risentendo del perdurare di una significativa componente precauzionale. Nella seconda parte dell’anno le prospettive sulla situazione economica generale sono peggiorate.

Gli investimenti finanziari delle famiglie, pur riducendosi, sono rimasti positivi, continuando a indirizzarsi verso attività relativamente poco rischiose (titoli pubblici, polizze assicurative e depositi).

L’indebitamento delle famiglie si è mantenuto stabile al 64 per cento del reddito disponibile, grazie all’incremento del reddito che ha compensato quello del debito.

Imprese

La situazione finanziaria delle imprese si mantiene più equilibrata rispetto al passato, anche se risente del rallentamento dell’attività economica, dell’incremento dei tassi di intesse e dei rincari energetici.

La capacità di rimborso dei debiti resta buona, in ragione del recupero della redditività, dell’elevata liquidità e della leva finanziaria contenuta. In prospettiva, la vulnerabilità del settore rimarrebbe limitata, a meno di un deterioramento delle condizioni economiche molto maggiore delle attese.

La liquidità delle imprese rimane sui livelli elevati raggiunti alla fine del 2020: a giugno di quest’anno il valore era pari al 28,4 per cento del PIL, quasi il doppio rispetto al decennio precedente e significativamente al di sopra di quello pre-pandemia (21,6 per cento).

Assicurazioni

Il comparto assicurativo italiano, in linea con quello degli altri paesi europei, continua a essere esposto al complesso dei rischi di mercato e di controparte in misura maggiore rispetto ai rischi tecnici assicurativi di sottoscrizione.

Le spinte inflazionistiche e l’aumento dei tassi di interesse hanno avuto finora un effetto moderato sulla patrimonializzazione media delle compagnie. L’indice di solvibilità medio a settembre del 2022 era sceso al 247 per cento, rimanendo comunque su livelli elevati.

A giugno del 2022 le esposizioni in titoli di Stato delle assicurazioni italiane continuavano a rappresentare circa la metà degli investimenti con rischio a carico delle compagnie, un livello nettamente superiore alla media europea (49 contro 27).

Le quote in obbligazioni private, in azioni e in fondi di investimento erano invece inferiori a quelle degli altri paesi.

L’esposizione delle compagnie italiane verso strumenti finanziari derivati è molto contenuta e finalizzata in prevalenza ad attività di copertura. Alla fine di giugno il valore di mercato di questi contratti ammontava a 3 miliardi, lo 0,3 per cento degli investimenti complessivi, una quota notevolmente inferiore alla media europea (1,8 per cento a marzo 2022).

Restano trascurabili sia le esposizioni dirette verso Russia, Bielorussia e Ucraina, sia gli investimenti nei settori esposti ai rincari energetici (rispettivamente 0,01 e 1 per cento).

Redditività

Dalle relazioni semestrali di giugno di quest’anno è emerso che il rendimento del capitale e delle riserve (return on equity, ROE) della gestione vita è risultato negativo e in sensibile riduzione rispetto a giugno dello scorso anno. Al calo ha contribuito anche la flessione della raccolta premi vita (-9 per cento dal giugno 2021); la contrazione maggiore ha riguardato i contratti unit linked, per effetto dell’andamento sfavorevole del mercato azionario.

Nel comparto danni la redditività ha risentito dell’incremento degli oneri per sinistri, ma il ROE resta comunque positivo: l’impatto delle minusvalenze è più contenuto rispetto alla gestione vita e la raccolta premi è salita del 5 per cento per maggiori richieste di coperture dannidiverse dall’RC auto.

Dalla fine del 2021 la posizione di liquidità delle compagnie non ha registrato variazioni significative; l’indicatore del grado di liquidabilità degli attivi è sostanzialmente stabile e superiore al valore mediano europeo (rispettivamente 66 e 46 per cento).

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