Previdenza complementare: dati COVIP 2023

La Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP) ha pubblicato la Relazione annuale con i dati aggiornati sulla previdenza complementare in Italia.

A fine 2023, 302 forme pensionistiche contano 9,6 milioni di iscritti (+3,7% rispetto al 2022). Le risorse complessivamente destinate alle prestazioni totalizzano 224,4 miliardi di euro (+9,1% rispetto all’anno precedente).

L’aumento delle risorse accumulate (18,8 miliardi di euro) è determinato principalmente dal saldo positivo della gestione finanziaria, pari a 11,3 miliardi di euro. La gestione previdenziale ha generato flussi positivi per 7,5 miliardi di euro (19,2 miliardi di euro di contributi, a fronte di 11,6 miliardi di uscite per prestazioni).

I fondi negoziali concentrano il 30,2% delle risorse, i fondi aperti il 14,5 e i PIP il 25,3. Il peso dei fondi preesistenti, pari al residuo 30%, per la prima volta quest’anno non prevale su quello dei fondi negoziali.

I fondi negoziali hanno raccolti 6,3 miliardi (il 61% costituito da quote di TFR, il resto suddiviso in egual misura tra quota a carico dei lavoratori e quota gravante sui datori di lavoro).

Nelle forme di mercato, i versamenti dei lavoratori dipendenti ammontano a 2 miliardi di euro nei fondi aperti e a 3,4 miliardi nei PIP. Tali forme hanno raccolto quote di TFR per 2 miliardi (909 milioni nei fondi aperti e 1,1 miliardi nei PIP). Nei fondi preesistenti sono affluiti 3,9 miliardi di euro.

Il flusso complessivo di TFR che è stato versato alle forme complementari nel 2023 si è attestato a 7,8 miliardi di euro (+541 milioni rispetto all’anno precedente).

Offerta previdenziale

A fine 2023, le forme pensionistiche complementari operanti  in Italia sono 302:

  • 33 fondi pensione negoziali
  • 40 fondi pensione aperti
  • 68 piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (PIP) cosiddetti “nuovi”
  • 161 fondi pensione preesistenti (116 fondi autonomi provvisti di soggettività giuridica, 45 fondi interni costituiti da aziende a favore dei propri dipendenti).

Nelle forme previdenziali destinate al mercato (fondi aperti e PIP) offerte dai gruppi bancari e assicurativi Covip segnala riassetti societari e razionalizzazioni dell’offerta commerciale che hanno interessato prima i fondi aperti e, più di recente, i PIP.

A fine 2023, le società operanti nel settore dei fondi aperti sono 30: 21 imprese di assicurazione, 8 società di gestione del risparmio e una banca.

I PIP sono offerti da 32 imprese di assicurazione (su 68 PIP operativi a fine anno, 36 sono chiusi al collocamento).

Adesioni 2023

Le nuove adesioni sono state 737.000 (rispetto alle 826.000 del 2022). Sono state raccolte 469.100 nuove adesioni esplicite (63,7%), 205.400 iscrizioni (27,9%) tramite il meccanismo delle adesioni contrattuali e 62.200 (8,4%) attraverso il silenzio-assenso. Questa la ripartizione delle nuove adesioni:

  • 300 nei fondi negoziali
  • 700 nei fondi aperti
  • 100 nei PIP “nuovi”
  • 000 nei fondi preesistenti.

I riscatti integrali sono rimasti stabili, attestandosi a quota 106.300 (il 59% di pertinenza dei fondi negoziali e il 19% dei PIP).

Le nuove prestazioni pensionistiche hanno interessato 164.000 posizioni (160.300 prestazioni in capitale, il numero di posizioni trasformate in rendita continua a risultare modesto: 3.800, in diminuzione rispetto alle 4.200 del 2022).

Caratteristiche socio-demografiche

Gli uomini rappresentano il 61% del totale iscritti alla previdenza complementare.

L’età media degli iscritti è di 47 anni, sostanzialmente allineata tra uomini e donne. L’età media è più alta nei fondi preesistenti (50,5 anni) e più bassa nei fondi aperti (44,8 anni).

Il 47,8% degli iscritti rientra nella classe 35 – 54 anni e il 32,9% in quella con almeno 55 anni di età. Il peso della componente fino a 34 anni sul totale degli iscritti è passato dal 17,6% del 2019, al 19,3% del 2023.

La più bassa partecipazione delle donne alla previdenza complementare è  spiegata in primo luogo dal loro minore tasso di attività (57,7%,  contro il 75,7% degli uomini). Covip evidenzia  che,  una volta entrate nel mondo del lavoro, la partecipazione delle donne rimane di circa sette punti percentuali più bassa rispetto a quella degli uomini a causa dei gap salariali e delle carriere più discontinue.

Il tasso di partecipazione mostra variazioni significative per area geografica:

  • nelle regioni del Nord raggiunge il 60,6% della forza lavoro in Trentino-Alto Adige, il 46,2% in Valle d’Aosta, il 45% in Veneto, il 44,3% in Friuli Venezia Giulia, il 40,4% in Lombardia e il 40% in Piemonte.
  • nell’Italia centrale si riscontrano valori intorno alla media nazionale, con l’eccezione del Lazio, dove la partecipazione è del 31%
  • valori più bassi e decisamente inferiori alla media nazionale si rilevano invece in alcune regioni meridionali.

Rendimenti

I risultati di gestione dei comparti delle forme complementari hanno recuperato le perdite subite nel 2022. I comparti azionari hanno registrato guadagni in media pari al 10,2% nei fondi negoziali, all’11,3% nei fondi aperti e all’11,5% nei PIP; nei comparti bilanciati i guadagni sono stati di poco inferiori.

Gli obbligazionari misti hanno ottenuto il 7,2% nei fondi negoziali e il 4,4% nei fondi aperti. Anche i comparti obbligazionari puri e quelli garantiti hanno registrato risultati positivi, ma inferiori ai misti.

Nelle Considerazioni del Presidente si legge:

“Su un intervallo decennale, i rendimenti medi annui composti delle linee azionarie si collocano, per tutte le tipologie di forme pensionistiche, tra il 4,2 e il 4,5%. Le linee bilanciate mostrano rendimenti medi che vanno dall’1,9% dei PIP di tipo unit linked al 2,7% dei fondi negoziali e al 2,9% dei fondi aperti.

Nel periodo considerato, quasi tutte le linee azionarie delle diverse forme pensionistiche registrano rendimenti superiori a quelli delle linee obbligazionarie.

I rendimenti delle linee azionarie si collocano inoltre quasi tutti ben al di sopra del tasso di rivalutazione del TFR, pari nel decennio considerato al 2,4% medio annuo composto; ciò non accade per le altre linee di investimento”.

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