Uno dei fattori d’interesse delle polizze vita come strumento d’investimento sono le modalità di tassazione dei rendimenti e le detrazioni fiscali a cui è possibile accedere. Sono elementi importanti da conoscere e da considerare nella scelta della destinazione dei propri risparmi, perché possono spostare l’ago della bilancia nella valutazione dei costi e dei benefici attesi.
La tassazione delle plusvalenze
I rendimenti o gli interessi che si possono ottenere dai vari tipi di polizze vita ai fini della tassazione sono considerati redditi di capitale come le plusvalenze dei normali investimenti finanziari, infatti rappresentano l’aumento di valore del capitale versato come premio assicurativo. Per conoscere esattamente quanto e come si guadagna con le polizze vita, bisogna approfondire le diverse tipologie: per esempio una polizza Unit Linked prevede dei veri e propri investimenti finanziari sul mercato, mentre una polizza Vita Caso Vita prevede la maturazione di interessi periodici. Qui un approfondimento sulle differenze tra queste due polizze.
La tassazione delle plusvalenze oggi prevede un’aliquota del 26%: ai rendimenti ottenuti grazie alla propria polizza, quindi, andrà sottratto il 26%. Ci sono alcune eccezioni:
- per i rendimenti maturati prima del 31 dicembre 2011 si applica un’aliquota del 12,5%;
- per i rendimenti maturati prima di luglio 2014 si applica un’aliquota del 20%;
- per i rendimenti derivanti da titoli pubblici o equiparati si applica un’aliquota del 12,5%.
Un aspetto interessante delle polizze vita, infatti, è la cosiddetta tax deferral: al contrario degli investimenti finanziari puri, per gli investimenti assicurativi l’imposta viene calcolata ogni anno in base al rendimento o agli interessi maturati nei 12 mesi, ma la tassazione si applica solo al momento dell’incasso effettivo dei rendimenti o degli interessi, cioè alla scadenza del contratto o alle scadenze periodiche prestabilite, oppure quando avviene un riscatto anticipato. In questo modo, inoltre, si ottiene la completa compensazione tra minusvalenze e plusvalenze negli anni.
Ricordiamo che il capitale erogato dalle polizze vita TCM ai beneficiari in caso di morte del titolare è esente da qualsiasi tassazione, in quanto non rappresenta un reddito di capitale. Per questo motivo, nel caso delle polizze Vita Miste, se il titolare della polizza muore viene sottoposta a tassazione solo la parte di capitale erogato ai beneficiari che costituisce il rendimento ottenuto sul capitale versato, non la parte di copertura assicurativa del caso morte.
Calcolo delle plusvalenze delle polizze vita
Abbiamo detto che la tassazione delle polizze vita si applica alle plusvalenze ottenute grazie ai premi versati. Come calcolo, quindi, l’importo su cui applicare l’aliquota di riferimento?
È semplice: basta fare la differenza tra l’ammontare percepito alla scadenza della polizza e i premi versati. La somma risultante è la plusvalenza, cioè il guadagno ottenuto sul capitale.
Sottraendo a questa somma l’imposta da pagare e gli eventuali costi di commissione e di servizio sostenuti con la compagnia assicurativa, si avrà il guadagno netto.
Detrazione polizze vita: come funziona
Le polizze vita rientrano tra i prodotti assicurativi fortemente incentivati dallo Stato, perché rappresentano uno strumento cuscinetto molto importante per sostenere il benessere delle famiglie senza appesantire il welfare. L’incentivo principale è rappresentato dai benefici fiscali, quali l’esenzione delle polizze vita dalla tassa di successione e, soprattutto, la detraibilità dei premi assicurativi.
In sede di dichiarazione annuale dei redditi si possono, quindi, portare in detrazione i premi assicurativi versati nell’anno per una polizza vita, con un tetto massimo di 530€ complessivi per tutte le polizze (nel caso se ne abbia più di una), che sale a 750€ quando titolare della polizza vita è una persona con disabilità.
La condizione di applicabilità della detrazione è che i premi assicurativi siano versati con sistemi di pagamento tracciabili.
Attenzione, però: per i contribuenti con reddito oltre i 120.000€ la detrazione decresce fino ad azzerarsi per i redditi pari o superiori a 240.000€.
È importante, quindi, ricordarsi di segnalare al commercialista o di inserire autonomamente in dichiarazione le eventuali polizze vita attive, anche per conto di un familiare fiscalmente a carico, pena la perdita di questo apprezzabile beneficio.
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