L’invalidità permanente è la perdita totale o parziale, definitiva e irrimediabile, dell’attività di un arto o della funzione di un organo che pregiudicano la capacità di un individuo di svolgere una qualsiasi attività lavorativa e quindi di produrre reddito.
L’importo dell’indennizzo viene calcolato in base a una percentuale di invalidità. Per fare questo passaggio, vengono utilizzate delle tabelle di riferimento costantemente aggiornate dall’INAIL e dall’ANIA. Nelle tabelle è riportata, per ciascuna tipologia di invalidità permanente, la percentuale di perdita di capacità lavorativa sulla quale viene successivamente calcolato l’importo da indennizzare.
È possibile che sulla tabella non compaia il tipo di invalidità da indennizzare. In tal caso dovrà essere consultato un medico legale che decreterà la percentuale.
Vediamo un esempio pratico.
Vi rompete un femore e dovete sostenere spese per visite mediche e analisi per un totale di 600€. Dopo aver portato il gesso per 40 giorni siete guariti e vi recate dal medico legale indicato dalla compagnia assicurativa per la visita che servirà a stabilire il grado di invalidità permanente.
Anche dopo una semplice frattura avrete una piccola percentuale di invalidità, dovuta al fatto che per tutta la vita il vostro osso avrà una “cicatrice”.
Piccole percentuali non si traducono in conseguenze gravi per la vita quotidiana e sotto una certa soglia a volte non vengono indennizzate.
Tornando alla visita medico-legale, il dottore dichiara che il grado di invalidità permanente è del 2%.
A quanto ammonterebbe l’indennizzo?
- Invalidità permanente: 2% di 100.000 € = 2.000 €
- Rimborso spese mediche: 600 €
- Diaria da gessatura: 40 gg x 30 € = 1.200 €
L’indennizzo totale sarebbe di 3.800€.
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