La franchigia è il termine con il quale viene chiamata quella parte di danno che non è pagata dall’assicurazione e rimane quindi a carico dell’assicurato.
Facciamo un esempio.
Se per una determinata polizza assicurativa è prevista una franchigia di 50€ e il danno accaduto ha un importo di 1.000€, significa che la compagnia assicurativa indennizzerà 950€ mentre la restante parte – la franchigia di 50€ appunto – rimarrà a carico dell’assicurato.
Ciò significa, altresì, che se il danno è inferiore alla franchigia la compagnia assicurativa non interverrà. Sempre seguendo l’esempio di prima, se il danno avvenuto fosse di 45€, la polizza stessa non si attiverebbe, in quanto il danno sarebbe appunto “sotto-franchigia“.
Conoscere il significato di questo elemento contrattuale è fondamentale, perché esso ha un ruolo rilevante nella determinazione del premio assicurativo e per l’utilità della polizza stessa.
Franchigia: a cosa serve?
Spesso guardata con sospetto, la franchigia ha in realtà una ragione di esistere, principalmente legata a due fattori:
1) Responsabilizzazione dell’assicurato: se l’integralità del danno fosse a carico dell’assicurazione si rischierebbe potenzialmente di generare nell’assicurato un meccanismo psicologico (più o meno conscio) di indifferenza alla cura del bene assicurato. Che sia un’auto o un telefono, se il costo di un’eventuale danno gravasse interamente su terzi, chiunque sarebbe meno accorto, ma questo minerebbe alla base l’intero sistema assicurativo.
2) Costi di gestione del sinistro: in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e dei costi, serve a limitare gli interventi dell’assicurazione per i danni meno importanti (abbiamo già parlato di come le assicurazioni dovrebbero essere viste come sostegno per eventi gravi in questo post). La classica procedura a seguito di un danno coperto da assicurazione è quella dell’apertura del sinistro da parte dell’agente, l’intervento del perito, la redazione della perizia che viene inviata al liquidatore e infine la definizione dell’importo dell’indennizzo da parte di quest’ultimo. Si tratta di una mobilitazione decisamente importante e costosa, perché non bisogna considerare solo l’importo dell’indennizzo in sé come costo sostenuto dalla compagnia, ma anche i minuti passati al telefono con il cliente da parte dell’agente, l’attività di caricamento della pratica sul sistema informatico, l’intervento del perito e la sua parcella. È quindi chiaro che si cerca di limitare l’intervento della compagnia solo al di sopra di una certa soglia, sotto la quale i costi amministrativi e di gestione rischiano di essere superiori all’indennizzo stesso.
Correlato al concetto di franchigia è quello di scoperto, che indica lo stesso meccanismo ma espresso in percentuale: ne parliamo meglio qui.