Il segretario generale dell’IVASS, Stefano De Polis, nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale obbligatorio e complementare e del settore assistenziale, ha parlato del ruolo del sistema assicurativo nel welfare italiano e fornito dati e suggerimenti.
Spesa sanitaria in Italia
La spesa sanitaria pubblica italiana presenta un andamento costante nel tempo in relazione al PIL, oscillando tra il 5,9% del 2002 al 7,1% del 2010. Nel 2020 ha raggiunto i 123 miliardi di euro in conseguenza della pandemia (7,5% del PIL).
La spesa pubblica per Long Term Care (LTC) rivolta agli anziani e ai disabili non autosufficienti risulta pari a circa 31,3 miliardi di euro (componente sanitaria, indennità di accompagnamento e altre prestazioni). Secondo una proiezione della Ragioneria Generale dello Stato, il rapporto fra spesa per LTC e PIL passerà dall’1,9% del 2020 al 2,6% nel 2070.
Il Segretario generale IVASS ha commentato: “Le statistiche parlano di oltre 3 milioni di disabili, mezzo milione di ricoverati in residenze sanitarie (RSA) e oltre un milione in assistenza domiciliare. La difficoltà di far fronte ai bisogni attuali e futuri delle persone anziane non autosufficienti stimola quindi la necessità di risposte anche dal mondo assicurativo, adottando soluzioni a partire dalle giovani generazioni. Al momento, la copertura di rischi LTC, con l’erogazione di una rendita assicurativa a favore del soggetto non autosufficiente, è molto poco diffusa”.
Per quanto riguarda la spesa sanitaria privata, fondi sanitari, compagnie di assicurazione, società e casse mutue si dividono la spesa sanitaria intermediata che nel complesso, nonostante la crescita degli ultimi anni, resta contenuta: 4,2 miliardi nel 2020. La spesa diretta delle famiglie (out-of-pocket) ha quasi raggiunto i 34 miliardi.
L’intera spesa sanitaria italiana – pubblica e privata – raggiunge i 161 miliardi di euro (quasi il 10% del PIL).
Secondo l’IVASS – che rileva i premi pagati per le polizze malattia (sia individuali sia collettive) – i premi del ramo malattia raccolti dalle compagnie italiane evidenziano un trend moderatamente crescente in rapporto al complesso della spesa sanitaria intermediata e ne rappresentano, a fine 2020, il 71,9%.
Definire meglio le prestazioni sanitarie specialistiche
L’attuale definizione poco omogenea delle prestazioni sanitarie nei diversi regimi, aumenta la difficoltà nel confrontare le varie prestazioni e nel liquidare i sinistri.
Secondo Stefano De Polis: “Sarebbe opportuno che le prestazioni sanitarie – e idealmente i percorsi di cura definiti dai protocolli sanitari – fossero inequivocabilmente identificati e descritti così da evitare false aspettative negli assistiti e pretestuosi dinieghi da parte degli enti cui gli stessi si sono affidati. Tale obiettivo si potrebbe conseguire attraverso il ricorso a un nomenclatore unico delle prestazioni specialistiche, cui dovrebbero attenersi tutti gli operatori della sanità integrativa”.
Previdenza complementare: il ruolo del settore assicurativo
La parte conclusiva dell’intervento è dedicata al secondo e terzo pilastro del sistema previdenziale.
I fondi pensione negoziali (secondo pilastro) sono istituiti in virtù di accordi collettivi di lavoro, in forma di soggetti giuridici di natura associativa dotati di organi propri. Le imprese di assicurazione autorizzate ai rami vita possono concorrere – insieme a banche, società di intermediazione mobiliare e di gestione del risparmio – alla gestione delle risorse dei fondi pensione negoziali (ramo VI di attività).
I fondi pensione aperti (terzo pilastro) – costituiti da banche, assicurazioni, società di intermediazione mobiliare e società di gestione del risparmio – operano nella forma di patrimonio separato, ma privi di autonomia soggettiva rispetto all’ente promotore. L’adesione ai fondi pensione avviene sia su base individuale, che su base collettiva.
Accanto ai fondi pensione aperti sono stati disciplinati i piani individuali pensionistici – PIP, ad adesione individuale, che possono essere proposti solo dalle imprese di assicurazione mediante:
- contratti di assicurazione sulla vita, con prestazione garantita il cui rendimento è collegato a quello di una gestione interna separata (ramo I)
- contratti di tipo unit linked nei quali la rivalutazione della posizione individuale è collegata al valore delle quote di uno o più fondi interni detenuti dall’impresa di assicurazione, oppure al valore di quote di OICR (ramo III).
Alle imprese di assicurazione compete l’offerta di garanzie in caso di morte e invalidità, spesso previste come prestazioni accessorie alla gestione delle risorse previdenziali affidate ai fondi pensione, negoziali o aperti.
Le imprese di assicurazione sono infine soggetti deputati all’erogazione delle prestazioni in rendita al termine della fase di accumulo.
Fonte: Intervento del Segretario Generale dell’IVASS (7 aprile 2022)