Secondo dati Istat, al 31 dicembre 2021 sono stati spesi 313 miliardi di euro per 23 milioni di prestazioni a favore di oltre 16 milioni di pensionati.
Il 72,6% del totale (227 miliardi) è destinato al pagamento delle pensioni di vecchiaia e anzianità, il 13,9% alle pensioni ai superstiti (43 miliardi), il 4% a quelle di invalidità (13 miliardi).
Il sistema dei trasferimenti pensionistici impegna ulteriori 25 miliardi (8,2% della spesa complessiva) per la copertura di 4,4 milioni di prestazioni assistenziali (invalidità civile, accompagnamento, assegni sociali e pensioni di guerra) finanziate dalla fiscalità generale.
Nel 2021 la spesa pensionistica è aumentata di 1,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente (nel 2020 +2,3%) e rappresenta il 17,6% del PIL (era il 18,5% nel 2020 e il 16,7% nel 2019).
In media nazionale si calcolano 267 pensionati ogni 1.000 abitanti; tale valore è più alto per le donne come conseguenza della maggiore speranza di vita. Il reddito medio lordo annuo dei pensionati è di 19.443 euro.
Le donne sono la maggioranza sia tra i titolari di pensioni (55%) sia tra i beneficiari (52%), ma gli uomini percepiscono il 56% dei redditi pensionistici. In media, l’importo di una pensione di una donna è più basso rispetto a quello riservato agli uomini per lo stesso tipo di pensione (11mila contro 17mila) e i redditi mediani percepiti dalle donne sono inferiori del 28% rispetto a quelli degli uomini (14.529 contro 20.106 euro).
La disuguaglianza di genere è influenzata principalmente dalla minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, da carriere discontinue con storie contributive più brevi e frammentate, da un differenziale retributivo generalmente svantaggioso.
Pensionati che continuano a lavorare
Secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro crescono i pensionati che continuano a lavorare: nel 2021 sono 444 mila (+13,3% rispetto all’anno precedente). Il gruppo è composto da uomini in oltre tre casi su quattro, residenti nelle regioni settentrionali (in due casi su tre) e da lavoratori non dipendenti (l’86,3% dei casi).
Il 41,4% dei pensionati che lavorano svolge una professione qualificata (compresa nei primi tre grandi gruppi della classificazione delle professioni CP2011). Considerando solo l’occupazione indipendente il 56,3% è rappresentato da lavoratori autonomi, il 24,9% da liberi professionisti, il 7,1% da coadiuvanti nell’azienda familiare e il 6% da imprenditori.
Titolari di pensione e famiglie
Nel 2020, si stima che in quasi una famiglia su due sia presente almeno un pensionato (oltre 11,8 milioni di nuclei); nel 32,8% dei casi si tratta di un solo titolare di pensione e nel 13,1% di due e più.
Il 37,2% dei pensionati vive in coppia senza figli, più di un quarto da solo (27,7%). Più contenuta la percentuale di pensionati che vivono in coppia con figli (17,3%).
Per oltre 7,1 milioni di famiglie (il 60% delle famiglie con pensionati) i trasferimenti pensionistici costituiscono più dei tre quarti del reddito familiare disponibile; nel 24,4% dei casi le stesse prestazioni sono l’unica fonte di reddito (quasi 2,9 milioni di famiglie), mentre per il 25,6% delle famiglie il loro peso non supera la metà delle entrate familiari.
La presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari “vulnerabili” (genitori soli o famiglie in altra tipologia) riduce sensibilmente l’esposizione al rischio di povertà, rispettivamente dal 31,4% al 15% e dal 33,9% al 12,7%.