La sostenibilità nel settore assicurativo italiano 2023

Ania ha pubblicato un’indagine che evidenzia il ruolo chiave delle assicurazioni in termini di politiche ESG (Environmental, Social and Governance).

Le compagnie – in entrambe le funzioni svolte, investitori istituzionali e fornitori di prodotti e servizi assicurativi – possono fornire un contributo importante al raggiungimento dei  17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU e al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

L’indagine Ania – condotta tra aprile e luglio del 2023 mediante un questionario online strutturato in 3 sezioni: aspetti generali e di governance; investimenti;  sottoscrizione dei rischi – delinea il quadro dell’inclusione degli aspetti ESG nel settore assicurativo italiano. Ha partecipato all’indagine il 76% del mercato assicurativo italiano in termini di premi raccolti.

Governance

  • Il 62% del campione ha istituito una funzione aziendale dedicata alla sostenibilità, per lo più a diretto riporto delle funzioni apicali; il 27% ha istituito un comitato ad hoc.
  • Le priorità riguardano la riduzione delle emissioni climalteranti legate agli investimenti; le iniziative volte a promuovere e diffondere i valori ambientali, sociali e/o di buona governance; riduzione delle emissioni climalteranti.
  • Tra le compagnie che includono l’obiettivo della parità di genere nella gestione delle risorse umane (equivalenti al 74% del mercato premi), il 50% estende tale obiettivo a tutto il personale, il 41% a tutto il personale e al Consiglio di Amministrazione.
  • Il 100% del campione ha introdotto percorsi formativi specifici sui temi di sostenibilità.

Investimenti

Per Investimento Sostenibile e Responsabile (SRI, Sustainable and Responsible Investment) s’intende “un investimento orientato al medio-lungo periodo che integra l’analisi finanziaria, ambientale, sociale e di buon governo, al fine di creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso”.

La strategia SRI più diffusa tra le assicurazioni è quella delle esclusioni (in particolare petrolio, gas, armi non convenzionali,  carbone termico). Riscuotono successo anche gli investimenti tematici (cambiamenti climatici, efficienza energetica,  salute). Aumentano le compagnie che dichiarano di aver aderito a iniziative di engagement collaborativo, riconosciuto come un efficace strumento per rendere le attività degli investitori più incisive ed efficaci.

Il 99,98% del campione include i criteri ESG nelle decisioni di investimento, in particolare nelle scelte riferite al portafoglio diretto e in delega.

Le principali motivazioni che spingono le assicurazioni a effettuare investimenti sostenibili sono:  la possibilità di coniugare l’impatto socio-ambientale con un congruo ritorno finanziario, l’importanza di integrare l’offerta commerciale, la gestione più efficace dei rischi finanziari.

Per integrare il cambiamento climatico nelle politiche di investimento, sempre più investitori si avvalgono del calcolo dell’impronta di carbonio (95% del campione). I risultati della misurazione vengono utilizzati soprattutto per identificare le azioni necessarie a ridurre le emissioni associate agli investimenti.

Disinvestimento

Per ridurre gli impatti negativi generati dagli investimenti è importante anche la politica di disinvestimento, in modo da intervenire sulle decisioni prese nel passato e sulla composizione attuale del portafoglio.

Il disinvestimento totale o parziale è un processo complesso che può richiedere tempo, ma comporta importanti benefici: assicura una rapida riduzione delle emissioni a livello di portafoglio, può essere un segnale positivo per il mercato, soprattutto se avviene nel quadro di iniziative più ampie.

Il 75% del campione ha già introdotto una politica di disinvestimento dai settori ad alto rischio ESG (in primis combustibili fossili, in particolare carbone termico e estrazione non convenzionale di gas e petrolio).

Criteri ESG nella sottoscrizione dei rischi

L’ultima sezione del questionario ha analizzato le modalità di inclusione degli aspetti di sostenibilità nell’attività di sottoscrizione dei rischi. Il 45% del campione include i criteri ESG nella definizione dell’offerta di prodotti assicurativi danni o prodotti assicurativi vita.

La principale opportunità ravvisata nell’inclusione dei criteri ESG risiede nella possibilità di incentivare comportamenti più sostenibili e meno rischiosi nella clientela. Le principali criticità citate sono invece la mancanza di dati affidabili e standardizzati sui profili ESG delle attività assicurate e la mancanza di serie storiche sull’impatto dei criteri ESG sui profili di rischio.

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