Il fondo pensione è la forma di previdenza complementare comunemente più nota, perché per i lavoratori dipendenti fa spesso parte del welfare aziendale ed è una scelta che ci si trova ad affrontare non appena si firma un nuovo contratto di lavoro. Non è però l’unica opzione per mettere da parte e far crescere dei risparmi con l’obiettivo di integrare la pensione pubblica, né riguarda solo i lavoratori dipendenti. Capire esattamente cos’è un fondo pensione, quante tipologie ne esistono e come funziona è fondamentale per sapere come sceglierlo, che tu sia un dipendente, un lavoratore autonomo o pubblico.
Un riepilogo: cos’è un fondo pensione
Un fondo pensione è un conto individuale su cui il soggetto intestatario versa periodicamente dei contributi volontari (a differenza di quelli della previdenza primaria che sono obbligatori), che gli operatori specializzati del fondo investono nei mercati finanziari sulla base del profilo di rischio prestabilito dal titolare. L’obiettivo è quello di ottenere rendimenti che accrescano nel tempo il capitale accantonato, per costituire un’integrazione significativa alle somme riconosciute dalla previdenza obbligatoria al raggiungimento della pensione. A determinate condizioni, è possibile riscattare in anticipo le somme versate nel fondo, per andare in pensione prima del dovuto o per affrontare urgenti spese impreviste.
Questo funzionamento generale è comune a tutti i tipi di fondi pensione, che si differenziano per il soggetto che li eroga, i soggetti che ne possono fruire e alcune modalità di gestione.
Tipi di fondo pensione
Esistono principalmente due tipi di fondo pensione:
Un fondo pensione chiuso è istituito dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale, di settore o aziendale. Ciascuno di questi fondi, quindi, è riservato a specifiche categorie di lavoratori dipendenti pubblici o privati (accomunati dal settore, dalla qualifica professionale, dal territorio, dall’azienda o dal gruppo di aziende di appartenenza), non è aperto a tutti.
La caratteristica distintiva dei fondi chiusi o negoziali è che il dipendente può versarvi anche la quota di TFR accumulata ogni anno e che una percentuale di contributi viene versata anche dal datore di lavoro.
Un fondo pensione aperto, invece, è istituito da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio e società di intermediazione mobiliare ed è accessibile da tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi, pubblici e privati. I capitali versati dagli iscritti a un fondo aperto costituiscono un patrimonio separato da quello della società che lo ha istituito (vedi Gestione separata).
Quale tipo di fondo pensione scegliere?
Per i lavoratori dipendenti pubblici o privati, solitamente convengono le condizioni del fondo pensione chiuso di settore, in cui si beneficia anche del contributo aziendale e del Tfr. Occorre ovviamente verificare il contratto specifico di caso in caso e confrontare eventualmente il fondo nazionale con quello locale (alternativa spesso esistente per i lavoratori pubblici), ma questo vale come consiglio generale. Rispetto alla scelta di destinare o meno il Tfr al fondo pensione, va notato che rispetto alla rivalutazione annuale del Tfr, sia il fondo pensione chiuso sia quello aperto hanno dimostrato negli anni un andamento migliore.
I lavoratori autonomi e i liberi professionisti, invece, devono scegliere necessariamente i fondi pensione aperti: la sua scelta si limiterà al tipo di investimenti verso cui indirizzare i capitali.
I comparti di gestione
Una volta scelto il tipo di fondo pensione a cui destinare parte delle proprie entrate, la seconda scelta fondamentale riguarda il comparto di gestione, ovvero la linea di investimento. Ogni fondo pensione ha diversi comparti o linee di investimento, che si distinguono per il livello di rischio dei prodotti al loro interno: si va dall’azionario puro (linea più rischiosa) all’obbligazionario puro (linea meno rischiosa) con varie sfumature nel mezzo. Esistono anche fondi pensione che offrono un comparto garantito, che prevede cioè la garanzia di restituzione del capitale versato: è un comparto estremamente prudenziale che ha quindi prospettive di rendimento molto più basse.
Per scegliere una linea di investimento bisogna definire il proprio profilo di rischio, sulla base di quattro criteri principali:
- patrimonio a disposizione
- prospettive future (entrate, carriera, rendite ecc.)
- possibilità di accesso a liquidità in caso di bisogno
- anni mancanti alla pensione.
Se hai un patrimonio di copertura oltre al tuo reddito da lavoro, altri tipi di entrate, una carriera ben avviata, una stabilità economica tale da non avere problemi in caso di necessità impreviste di liquidità, allora puoi permetterti di rischiare di più con il tuo fondo pensione. In caso contrario, meglio essere prudenti. In mezzo trovano posto tutte le altre sfumature.
Alle valutazioni economiche più pragmatiche vanno aggiunte poi le considerazioni che derivano dall’ultimo criterio: se ti mancano tanti anni alla pensione, puoi sbilanciarti di più sul comparto azionario, perché nel lungo termine eventuali perdite verranno compensate dai segni positivi, mentre se ti mancano pochi anni devi accumulare rendimento velocemente e mantenerlo.
Tieni presente che puoi cambiare comparto di gestione nel tempo se le tue esigenze cambiano.
Scegliere il fondo pensione: altri consigli
Abbiamo visto i principali punti da tenere presenti per scegliere il fondo pensione più adatto alle proprie necessità. Rimangono alcuni “dettagli” che è utile considerare:
- i costi. Ogni costo va a erodere il rendimento, quindi è importante confrontare diversi preventivi, verificare costi nascosti e bilanciare costi e benefici;
- le condizioni di erogazione e di riscatto anticipato. Una maggiore flessibilità può rivelarsi preziosa in futuro.
Non è una scelta semplice e, per questo, è bene affidarti ai suggerimenti dei consulenti di Vitanuova per ricevere un supporto professionale.
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